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Fauvismo



Il Fauvismo nasce come ulteriore sviluppo del Postimpressionismo: i Fauvisti ammirano la forza del colore in Vincent van Gogh e Paul Gaugin, mentre in Georges- Pierre Seurat soprattutto la composizione chiara e razionale. Il Fauvismo non ha una teoria propria o un manifesto. Soltanto anni più tardi Henri Matisse, il massimo esponente della corrente, parlerà in modo teorico del Fauvismo. In un suo scritto ne enuncia l´aspetto sperimentale: in effetti i Fauvisti hanno fatto tesoro del forte impulso deo Postimpressionisti. Però per loro l´impressionismo è troppo fugace ed il Pointilismo troppo teorico. Soltanto il Fauvismo, sempre come dice Henri Matisse, riesce ad acquistare la necessaria forza espressiva, ottenuta mediante i mezzi elementari di colori e di forme. Così sono utilizzati colori luminosi e puri che dominano l´immagine, tanto da farne una composizione di superficie. Le forme sono semplificate, luce ed ombra ignorate. Il Fauvismo deve il suo nome proprio all´insolito metodo di rappresentazione. Infatti in occassione della mostra al salon d´automne di Parigi il critico d´arte Vauxcelles commenta, osservando una statuetta di marmo: "Donatello au milieu des fauves" (Donatello tra gli animali selvaggi).
Altri esponenti del Fauvismo sono: André Derain, Kees van Dongen, Raoul Dufy, Othon Friesz, Henri Manquin, Albert Marquet, Jean Puy, Georges Rouault, Maurice Vlaminck. Si può affermare che il Fauvismo ha rappresentato per la maggior parte di questi artisti una fase sperimentale. Già tra il 1907 ed il 1909 il gruppo, per altro già disunito, comincia a sciogliersi. Ma del punto di vista della Storia dell´arte il movimento non è da sottovalutare, in quanto può essere considerato come la prima rivoluzione artistica del XX secolo.


Artisti affini:  Modigliani, Amedeo  


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